La lettura di “Infinito +1” (Newton Compton) di Amy Harmon è stata dettata unicamente da “I cento colori del blu”, romanzo che mi ha letteralmente conquistata.
È stato inevitabile confrontare le due opere, e ahimè il paragone non ha retto. Questo suo ultimo romanzo non mi ha colpito, più che altro non mi ha coinvolto.
Capisco che ogni libro segue un percorso narrativo diverso, come diverse sono le storie, e sicuramente incide anche la crescita dello stesso autore, tante sono le variabili in gioco, ammetto e comprendo tutto, ma qui i personaggi e l’intera storia non mi sono risultati credibili, oserei dire surreali.
Ne sono enormemente dispiaciuta, conosco questa bravissima autrice, la sua scrittura sa toccare le corde più profonde del nostro essere, e la sua connessione con i personaggi è speciale.
I nostri due protagonisti, Bonnie e Clyde, sono accomunati da dolorose esperienze del passato legati alla scomparsa prematura dei fratelli. Entrambi stanno attraversando un periodo difficile della propria vita, ognuno perso nei propri abissi, e in un momento di disperazione Bonnie si ritrova a compiere un gesto avventato, ma viene salvata e ricondotta alla vita da Clyde. Questo sarà l’unico motivo per cui Bonnie e Clyde incroceranno le proprie strade. Un segno del destino? Chi può dirlo. Continua a leggere